Rai, Linea Verde a Menfi e nella Valle del Belìce

La troupe della trasmissione di Rai 1 Linea Verde, insieme ai conduttori Eleonora Daniele e Fabrizio Gatta hanno concluso una serie di servizi che saranno trasmessi in una puntata dedicata alla Sicilia, a Menfi e alla valle del Belìce.

Nella puntata di Linea Verde di domenica 4 dicembre Eleonora Daniele e Fabrizio Gatta andranno alla scoperta della Valle del Belice, una zona con un’anima profondamente agricola dove oltre mille anni di storia s’intrecciano con la vocazione agricola e religiosa. Panorami unici come quelli dell’area archeologica di Selinunte dove sono preservati i resti monumentali dell’antica omonima città del VII secolo a.C., oltre ai paesaggi regalati dalla Riserva Naturale Foce del Belice, un’area protetta di 129 ettari al confine tra Castelvetrano e Menfi dove profonde dune di sabbia si alternano a tranquilli tratti fociali.
Senza poi dimenticare Sciacca, la città a forma di anfiteatro situata sulla costa del Canale di Sicilia.
A Menfi, inoltre, Linea Verde visiterà un allevamento di pecore di razza “Valle del Belice”, una razza autoctona divenuta simbolo della zona e grande produttrice di latte che viene utilizzato per la produzione del famoso formaggio Vastedda del Belice.
Poi a Partanna per la raccolta delle olive di Nocellara del Belice, una pianta con un’elevata e costante produttività dalla quale si ottiene un olio molto apprezzato. Ma la Sicilia è soprattutto la terra degli agrumi, come l’arancia di Ribera dall’aspetto biondo come l’oro che ad oggi vanta di essere l’unico agrume al mondo ad avere il marchio Dop. Per il finale i conduttori di Linea Verde saranno nella suggestiva piazza Chiesa Grande di Partanna, con gli immancabili tavoli imbanditi con prodotti e ricette tipiche della cucina siciliana.

La trasmissione registrata in questi giorni a Menfi sarà mandata in onda Domenica 4 dicembre su RAI 1 alle 12.20 .

 

Made in Italy: Coldiretti, ecco la legge su nuova etichettatura cibi

(AGI) – Roma, 18 gen. – Niente piu’ pubblicita’ con le immagini della Sicilia per il succo d’arancia se la materia prima arriva dal Brasile. Vale anche per le mozzarelle associate al Golfo di Napoli se arrivano dalla Germania: via libera definitivo, dunque, alla legge salva ‘made in Italy’ sull’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta.
“Con l’approvazione della legge ‘Disposizioni in materia di etichettatura e di qualita’ dei prodotti alimentari’ da parte della commissione Agricoltura della Camera”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marin, “si conclude un iter che ha visto oltre dieci anni di impegno della Coldiretti assieme alle associazioni dei consumatori per assicurare la trasparenza di quanto si porta in tavola”. La Coldiretti festeggia con la preparazione di una salsiccia lunga 100 metri in piazza Montecitorio da offrire a rappresentanti istituzionali e parlamentari di maggioranza e opposizione. L’articolo centrale della legge, sottolinea Coldiretti in una nota, e’ il numero 4 sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Vi si prevede che “al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonche’ al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari, e’ obbligatorio nei limiti e secondo le procedure stabilite riportare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle indicazioni di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n.109, e successive modificazioni, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformita’ alla normativa dell’Unione europea, dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale”.

Per i prodotti non trasformati -continua la Coldiretti- il luogo d’origine riguarda il paese di produzione. Per quelli trasformati dovranno essere indicati il luogo dell’ultima trasformazione sostanziale e quello di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata. Entro sessanta giorni dall’approvazione della legge dovranno essere emanati decreti interministeriali da parte del ministero dello Sviluppo economico e di quello delle Politiche agricole, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione e della trasformazione agroalimentare e acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari, con cui saranno definite le modalita’ per l’indicazione obbligatoria, nonche’ le disposizioni relative alla tracciabilita’ dei prodotti agricoli di origine o di provenienza del territorio nazionale.
Con gli stessi decreti, informa la Coldiretti, saranno definiti i prodotti alimentari soggetti all’obbligo dell’indicazione relativi a ciascuna filiera, nonche’ il requisito della prevalenza della materia prima agricola utilizzata nella preparazione o produzione. Chi immette in commercio prodotti privi dell’indicazione d’origine rischia una sanzione fino a 9.500 euro. La legge sottolinea anche che le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza delle stesse materie prime sono necessarie per non indurre in errore il consumatore medio e l’omissione delle stesse costituisce pratica commerciale ingannevole. In questo modo si assicura lo stop alle pratiche commerciali sleali nella presentazione degli alimenti per quanto riguarda la reale origine geografica degli ingredienti.
Il testo prevede che l’origine degli alimenti dovra’ essere prevista obbligatoriamente in etichetta e non potra’ essere omessa anche nella comunicazione commerciale, per non indurre in errore il consumatore. All’articolo 2 della stessa legge -rileva la Coldiretti- si introduce anche il divieto di inserire il nome di formaggi Dop nell’etichetta delle miscele: il nome potra’ comparire solo tra gli ingredienti e a patto che la presenza di formaggio Dop non sia inferiore al 20 per cento della miscela. La legge contiene anche altri provvedimenti che – conclude la Coldiretti – vanno dalla promozione di contratti di filiera e di distretto a livello nazionale all’istituzione di un sistema di qualita’ nazionale di produzione integrata, fino all’introduzione dell’obbligo per gli allevatori di bufala di rilevare il latte prodotto giornalmente per assicurare la piena trasparenza ai consumatori.